Marsala: tutto quello che c’è da sapere su questo incredibile vino

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Quando si parla di vini liquorosi non si può fare a meno di citare il Marsala, noto vino siciliano annoverabile tra i patrimoni del mondo enologico italiano. Nonostante l’aggiunta di alcool garantisca a questo vino una maggior durata, è sempre consigliato conservare questo nettare nostrano in un frigo professionale (come quelli proposti da cantinettavino.it)    al fine di preservarne le sue caratteristiche e proprietà organolettiche.

Quando compriamo un marsala è importante tenere a mente che quella che abbiamo tra le mani non è una bottiglia di vino come le altre. La sua complessità aromatica, magari anche un po’ decadente, e le sue molteplici sfumature di colore rendono il vino marsala qualcosa di unico che si allontana molto dal resto della produzione nazionale.

Questo vino si presenta in molteplici sfaccettature: marsala dolce, marsala secco e marsala semisecco. Tali varianti lo rendono un vino versatile, facilmente utilizzabile in cucina, come nella preparazione del brasato al vino rosso, o nei più tradizionali abbinamenti con dolci, selvaggina e formaggi.

Fatte queste premesse, andiamo a scoprire qualche segreto in più su questo gustoso vino.

Facciamo la carta d’identità al marsala 

Cosa distingue il Marsala da un vino bianco siciliano

ll Marsala è un vino che può essere, in virtù delle sue caratteristiche, facilmente accostabile al Porto o allo Sherry realizzato in Spagna. Storicamente la realizzazione di questo vino si deve a greci e romani che, usando grappoli ad ampissima carica zuccherina, creavano vini dai sapori molto forti. Ad enfatizzare la corposità di tale vino vi era inoltre il processo della conciatura, ovvero l’aggiunta di mosto cotto con conseguente evaporazione.

Secondo la storia la popolarizzazione di questo vino si deve al mercante Woodhouse che nel 1700, dopo aver assaggiato il vino in Sicilia, chiese che gli fosse spedito in Inghilterra aggiungendo acquavite alle botti, così da evitare un eventuale deperimento. Questa combinazione creò una miscela così gustosa e popolare che, ancora oggi, rende il marsala uno dei vini liquorosi maggiormente desiderati.

Avere una buona bottiglia di Marsala nella propria cantina frigo per vino può tornare sempre utile, soprattutto in virtù dei suoi più disparati abbinamenti: cioccolato, dolci al cucchiaio, cannoli siciliani, cantucci toscani, torta di mele, creme brulée, dolci al cacao e biscotti in generale. Con il suo sentore speziato, perfetto abbinamento per i dolciumi, il Marsala è in grado di soddisfare i palati più esigenti.

Come viene realizzato un buon marsala?

La realizzazione del marsala è particolarmente interessante poiché si tratta di un vino liquoroso realizzato attraverso l’aggiunta di acquavite, mosto cotto, o una combinazione di entrambe. Una volta pronta la combinazione di vino, il viticoltore fa riposare il marsala in botti da 400 litri poste a piramide.
Con l’avanzamento della vendemmia il vino scende dal livello superiore al livello inferiore, riducendosi, ossidandosi e concentrandosi.

Raggiunta la base della piramide, il marsala viene considerato pronto per essere prelevato e poi imbottigliato, continuando quindi il processo di maturazione altrove.
La grande carica zuccherina del vino insieme alla peculiarità di questo processo produttivo permette la nascita dei profumi marsalati, ovvero di sentori che richiamano le nocciole, la frutta secca o le spezie. 

Classificare un marsala è poi molto importante quando si prende in considerazione tutto il mondo della conservazione. Il marsala è un vino piuttosto delicato da conservare ed è piuttosto sensibile alle vibrazioni, per questo motivo la scelta di un frigo con sistema termoelettrico  può risultare estremamente vantaggiosa in questo genere di situazioni.

Una prima classificazione del marsala viene fatta in base al suo colore che varia in base al vitigno utilizzato per la produzione dei vini. Il Marsala color Oro o Ambra proviene da vitigni a bacca bianca, il marsala Rubino invece è legato a vitigni a bacca decisamente più scura. Altro discriminante utile ai fini della classificazione, è l’additivo inserito nel vino: mistella (acquavite più mosto), mosto o semplice alcol.

Altro aspetto da tenere in conto è il processo di invecchiamento. Il marsala può essere fine, superiore, superiore riserva, vergine o vergine stravecchio. Qui a variare sono i tempi di invecchiamento (da un minimo di 1 anno fino a 10), i metodi di affinamento (botti) o la presenza di additivi (come accade per il marsala vergine). Data la complessità di questi vini è bene dotarsi di una cantinetta frigo doppia temperatura per ovviare al problema della conservazione.